Delocalizzazioni. Il caso Gkn


Il governo sta preparando il decreto “delocalizzazioni” che tenderà a sottoporre l’impresa che vuol delocalizzare a un protocollo che addolcisca le procedure di dismissione, vietando metodi insultanti quali quelli adottati da Gkn che ha licenziato tramite sms i dipendenti dello stabilimento di Firenze

di Renato Costanzo Gatti

Il caso Gkn è un tipico caso di capitalismo finanziario in cui il socio pensa solo al “shareholders value” [il valore ricavato dagli azionisti] subordinando ad esso ogni decisione di tipo produttivo o di politica industriale. Schumpeter definiva “imprenditore” chi trova nuove tecnologie produttive, nuovi rapporti sociali, innovazione e sconfitta del concorrente sulla base della efficacia e della efficienza. L’investitore finanziario pensa solo di acquistare azioni a 100 e operare affinché dopo qualche anno si possano rivendere quelle azioni a 200. Si tratta di rentiers cioè di operatori che non cercano il loro profitto tramite una funzione imprenditoriale produttiva, ma lo ricercano nella speculazione finanziaria. Esistono i venture capitalists (apportatori di capitale di rischio tramite fondi d’investimento) la cui missione è quella creare plusvalori finanziari subordinando a quelli la vocazione produttiva. La malattia del capitalismo finanziario (vi ricordate di Gallino? [Luciano Gallino è stato un sociologo dei processi economici, teorico della relazione tra formazione e nuove tecnologie nel mercato del lavoro]) è oggi alla base delle ricorrenti crisi del mondo occidentale, ultimo caso di speculazione è quella dei subprimes [prestiti concessi a soggetti a rischio, con tassi d’interesse superiori a quelli di mercato] ma, attenzione, la stessa malattia ha colpito il più grande paese comunista, la Cina: il caso Evergrande [lo scoppio della bolla speculativa del secondo gruppo immobiliare cinese, la società più indebitata al mondo, il cui debito equivale al 2% del debito pubblico della Cina] è lì a testimoniare il cancro finanziario che ha colpito quel grande paese.

Il governo sta preparando il decreto “delocalizzazioni” che tenderà a sottoporre l’impresa che vuol delocalizzare a un protocollo che addolcisca le procedure di dismissione, vietando metodi insultanti quali quelli adottati da Gkn [Società multinazionale leader nella produzione di semiassi ed elementi di trasmissione per il settore automotive, oggi acquisita dal fondo speculativo inglese Melrose], che ha licenziato tramite sms i dipendenti dello stabilimento di Firenze.

Un nodo centrale sarà il trattamento degli incentivi che l’impresa abbia eventualmente ricevuto dallo Stato; nello specifico Gkn ha recentemente acquistato molti macchinari robotici e sicuramente avrà ricevuto gli sconti fiscali previsti dalla legge 4.0 di Calenda. Mi piacerebbe sapere il rapporto tra i fondi che ci ha messo il socio e quelli che gli ha regalato lo Stato.

Ora, gli incentivi, sono stati regalati dalla comunità al capitale, per cui, quando le aziende come Gkn delocalizzano, lo Stato va a pietire che il capitale restituisca quei regali, cosa che per legge chi ha ricevuto le agevolazioni fiscali non deve fare, e quindi penso che il decreto emanerà nuove modalità. 

Ma se quello stesso ammontare di incentivi fosse stato dato come capitale sociale avremmo due vantaggi:

  1. l’impresa produttiva non subirebbe nessuno svantaggio. Ad essere limitato sarebbe il capitale che, accettando l’incentivo, vedrebbe diminuire il suo potere in assemblea, stante la presenza di un socio come lo Stato. Sicuramente la decisione di delocalizzare sarebbe meno facile e comunque, qualora prevalesse, lo Stato non devrebbe richiedere nessuna restituzione dell’incentivo, perché il capitale rimarrebbe sempre suo. Sempre libero il capitalista di rimanere solo, ma senza incentivo.
  2. Lo Stato, inteso come comunità, quando investe in una impresa verrebbe così trattato come un normale investitore che, quando ci mette i soldi, ha il diritto di stare in assemblea a decidere il suo futuro, di entrare nel consiglio di amministrazione e di ricevere gli eventuali dividendi.