Croce e delizia del reddito di cittadinanza


Per il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il RdC è “uno strumento che ha incentivato il non lavoro o il lavoro in nero, che è servito poco per i veri bisognosi, premiando chi non ama lavorare, ma anche delinquenti e mafiosi”

di redazione

Si accende il dibattito tra i detrattori e i sostenitori del Reddito di Cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle.
Gli argomenti a favore e contro sono diversi. Per molti appare una misura assistenzialista, soprattutto in un paese come l’Italia, dall’altra parte darebbe addirittura la possibilità di prendersi qualche rischio in più a chi cerca lavoro anche nell’ambito imprenditoriale.
Tra gli argomenti a favore, il reddito di cittadinanza può aumentare la stabilità e la sicurezza sociale, semplificare il welfare, rendere più redditizio il lavoro occasionale, o le proprie passioni, ridurre la povertà. Da non trascurare per i sostenitori ridurre l’esclusione sociale dando, a differenza dei sussidi, la possibilità di fare comunque attività lavorative o creative che reinseriscano nel contesto sociale.
Fanno da contraltare gli argomenti contro. Per quest’ultimi il reddito di cittadinanza è troppo costoso per le casse dello stato, non è adeguato a garantire più equità sociale degli strumenti offerti dal welfare o abolirlo, spinge le persone a cercare lavori part-time, indebolendo il potere dei contratti collettivi dei dipendenti. Per costoro poi non è argomento da poco la possibilità di indebolire la posizione delle donne sul mercato del lavoro, perché sarebbero indotte a rimanere a casa e prendersi cura dei figli.
Nel dibattito tra favorevoli e contrari al RdC, entra a gamba tesa il ministro del lavoro, Andrea Orlando, che si dice convinto che la misura non aiuti nella ricerca del lavoro, ma svolga un ruolo importante come sussidio per chi si trova in condizione di povertà.
Tra i detrattori del RdC la critica maggior è proprio per quei precettori che truffando lo Stato, oltre al Reddito di Cittadinanza, lavorano in nero, per questo Orlando parla di incentivare il controllo.
A tutto ciò si aggiungono le lamentele degli imprenditori che lamentano le difficoltà nel trovare personale, in tutto ciò il ministro Orlando riferisce che: «vedo una sopravvalutazione dell’impatto che può avere il reddito di cittadinanza, per i tanti giovani che emigrano”.
Netta e chiara la posizione della Confedercontribuenti.” Uno strumento che ha incentivato il non lavoro o il lavoro in nero”, – dichiara il Presidente Carmelo Finocchiaro, “che è servito poco per i veri bisognosi, premiando chi non ama lavorare, ma anche delinquenti e mafiosi”. “Una legge spreca soldi” – continua Finocchiaro – “da abolire subito, varando norme vere su chi ha bisogno. Da abolire immediatamente i navigator, un vero flop”.
Le elezioni del 2023 si avvicinano e il dibattito politico sull’argomento si infiamma. Dalla sua entrata in vigore, gli interventi e le proposte di modifica del reddito di cittadinanza non sono di certo mancate. Ora però c’è chi pensa di sostituirlo definitivamente. Con un reddito di base universale (universal-basic-income, UBI): una rendita mensile in contanti che viene estesa a tutti, riconosciuta in maniera incondizionata e a prescindere dall’età, dal reddito o dall’occupazione. Serve per coprire i costi di base della vita di un individuo e consentire a tutti di partecipare alla società. Senza obblighi.
Chi vivrà vedrà.