Chiudere o no il Parlamento? L'opinione di sei ex presidenti di Camera e Sanato


Il Parlamento, presidio di democrazia, deve rimane aperto. Le assemblee devono proseguire l’attività legislativa esercitando le proprie funzioni. Lo sottolineano all’AGI alcuni ex presidenti di Senato e Camera.

CASINI: AVANTI COME IN GUERRA. NO AL VOTO A DISTANZA – “Il Parlamento non chiude e non deve chiudere. Una classe politica degna di un minimo di rispetto non lascia in prima linea infermieri, medici, forze dell’ordine ed esercenti commerciali, per nascondersi sotto il sofà di casa”, sottolinea l’ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini che, all’ipotesi di un voto a distanza degli eletti, replica: “siamo su scherzi a parte?”.

“Bisogna continuare l’attività legislativa come se fossimo in guerra, perché siamo in guerra”, osserva. E aggiunge: questo, “interpretando i regolamenti parlamentari con la flessibilità che la situazione richiede”, ad esempio “si può trasferire alle commissioni parlamentari la sede legislativa, se vi è l’accordo unanime fra i gruppi, senza che questo costituisca un precedente”. Una interpretazione che spetta ai “presidenti di Senato e Camera estensiva della possibilità delle commissioni di legiferare al posto dell’assemblea plenaria”.

VIOLANTE: GRUPPI DIMEZZINO PRESENZA PARLAMENTARI – “Io credo che – nel momento in cui panettieri, infermieri, medici, poliziotti, forze armate – per citarne alcuni, stanno lavorando, sia francamente inaccettabile che il parlamento, fondato sul principio della rappresentanza, chiuda o sospenda i suoi lavori”, sottolinea all’Agi l’ex presidente della Camera Luciano Violante che, di fronte a ragioni di prudenza, apre alla possibilità di ridurre, in questa fase di emergenza, il numero di coloro chiamati a partecipare ai lavori: “ciascun gruppo riduca a metà” in questi giorni i propri rappresentanti, ma spiega: “il parlamento non è il luogo dove si vota soltanto, ma dove si confrontano le opinioni”. Ed è “infantile” pensarla diversamente. In ogni caso, “ciò che educa un paese sono i comportamenti della classe dirigente, non solo le regole”.

BERTINOTTI: SERVE DISCUSSIONE NEL LUNGO PERIODO SU STATO DEMOCRAZIA – “Per esperienza so che queste decisioni vanno prese sulla base dell’esperienza che si accumula sul campo, avendo cura di guardare ai principi costituzionali”, osserva l’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti. Il parlamento è “un’assemblea”, non solo una somma di presenze – osserva Bertinotti. Le parole del presidente Roberto Fico “mi sembrano rispondere a un criterio di sano empirismo”, aggiunge e guarda oltre la contingenza, al ruolo del Parlamento, arrivato ad affrontare l’emergenza “fortissimamente debilitato e provato”, “schiacciato” dalla quantità di decreti del governo e che non può essere rivalutato con scelte tecniche. Insomma, il virus diventa “il dito che indica la luna”, serve una discussione nel lungo periodo sullo “stato della democrazia”.

PERA: NON SCAPPIAMO DICENDO A CITTADINI ‘ARRANGIATEVI’ – “Costituzione a parte, é anche una questione di messaggio”, sottolinea l’ex presidente del Senato, Marcello Pera. E spiega: “noi non scappiamo dicendo ai cittadini, ‘voi vi arrangiate o state a casà. Sarebbe un messaggio contro la democrazia insostenibile”. La salute é un diritto fondamentale ma “in democrazia non c’é un diritto che viene prima dell’altro. La scala dei diritti si decide in parlamento. Se si supera questo limite viene giù tutto”. E ancora: avanti per dpcm? “Sono editti”, mette in guardia Marcello Pera.

GRASSO: DEMOCRAZIA NON CONSENTE ECCEZIONI – “Chi in questo momento parla di voto a distanza e commissioni speciali rivela un’idea riduttiva del Parlamento”, sostiene l’ex presidente del Senato Pietro Grasso.

“Deputati e senatori non sono solo coloro che votano i provvedimenti: sono chiamati, rappresentando la nazione, a scriverli e a modificarli attraverso la presentazione di emendamenti e la discussione. Non tutto può passare all’unanimità, nemmeno in momenti gravi come questo, ed é giusto garantire il dibattito e il confronto tra le posizioni. In giorni così difficili molti sono chiamati a continuare il loro lavoro: tutto il mondo sanitario, le forze dell’ordine, i lavoratori di filiere che non si possono fermare, commercianti e dipendenti di alimentari, farmacie, edicole e molti altri settori. Non basta il ringraziamento, dobbiamo loro anche l’esempio. Ai parlamentari é chiesto di fare la propria parte, con tutte le cautele previste e doverose per ogni lavoratore. Perché la democrazia non deve e non può conoscere eccezioni”, osserva.  

BOLDRINI: PARLAMENTO È PRESIDIO E DEVE RESTARE APERTO – “Il Parlamento é un presidio di democrazia e deve rimanere assolutamente aperto e funzionante”, nota l’ex presidente della Camera Laura Boldrini.

“Non credo che nessuno abbia in mente di chiuderlo perché sarebbe inconcepibile. Si continui a lavorare in sicurezza e a declinare due esigenze: salute e lavoro”, osserva. “Dobbiamo studiare le modalità per fare al meglio il nostro lavoro individuando la strada più praticabile e realizzabile”, aggiunge.

E ricorda che sul voto a distanza anche nella scorsa legislatura sono state sollevate questioni di costituzionalità. “Dubito che in questa fase di emergenza quelle obiezioni siano facilmente superabili”, anche da un punto di vista tecnico digitale: “un conto é se avessimo uno strumento già comprovato, ma qui si tratterebbe di inventarlo ex novo. Bisogna stare con i piedi per terra e portare avanti il nostro lavoro essenziale in questo momento di crisi”, nota ancora.

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Fonte: politica agi