Banca d’Italia: Confedercontribuenti, li regna la illegalità nella difesa dei correntisti. Tutto si lascia “cadere” nel silenzio.


Mentre il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco incassa il plauso e il sostegno del presidente della Repubblica, su cui noi di Confedercontribuenti abbiamo espresso perplessità profonde, anche sull’opportunità di farle all’indomani delle indagini a cui il Governatore Visco e sottoposto, alla Camera Magda Bianco, capo del Servizio Tutela dei Clienti e Antiriciclaggio di Via Nazionale cercava di spiegare le azioni compiute da Bankitalia per contrastare e prevenire la corruzione al suo interno. Passi che noi di Confedercontribuenti, giudichiamo assolutamente insufficienti dato che si stanno “valutando ulteriori strumenti e misure” nell’ambito “dell’attuazione degli orientamenti della Bce in materia di Quadro etico nell’ambito dell’Eurosistema e del Meccanismo di sorveglianza unico”. Gli strumenti che ci sono, sono stati introdotti in seguito all’entrata in vigore della legge anticorruzione del 2012 sistematizzando in un’organica strategia di prevenzione i diversi presidi di carattere normativo, organizzativo e procedurale adottati nel tempo. Sono migliaia gli esposti presentati dai clienti delle banche, privati e imprenditori, per denunziare illeciti gravissimi quali l’usura bancaria? Esposti lasciati cadere sistematicamente nel vuoto come testimoniano tanti, troppo casi. Al riguardo, la titolare del Servizio Tutela dei Clienti e Antiriciclaggio di Bankitalia non ha detto una parola, ma è chiaro che se la Banca d’Italia non farà trasparenza su questi fatti e non avvierà una seria opera di pulizia al suo interno, qualunque strumento venga introdotto per contrastare la corruzione risulterà ben poco credibile. Ora la Banca d’Italia assume anche il ruolo di Autorità nazionale di risoluzione con il recepimento della direttiva Ue che istituisce fra le altre cose il meccanismo del bail in. Ciò che non è stato recepito di quella direttiva è però la richiesta di una grande trasparenza a favore di azionisti, obbligazionisti e correntisti per contro bilanciare l’enorme potere discrezionale in capo alle autorità di risoluzione e ciò non contribuirà certo ad aumentare la fiducia dei risparmiatori. Il fatto poi che a svolgere il ruolo di Autorità nazionale di risoluzione sia la stessa Banca d’Italia, cui spettano compiti di vigilanza sul settore bancario, non fa altro alimentare potenziali e reali conflitti d’interesse, abbassando ulteriormente le tutele di correntisti e risparmiatori.