Aumenta il pressing per riaprire le discoteche


AGI – Le discoteche, ancora, non riaprono. E sale il pressing, da più parti (anche se alcuni esperti chiedono protocolli molto rigorosi) per individuare una data certa per la ripartenza di un settore completamente fermo, ormai, da troppo tempo. “Dobbiamo metterci d’accordo – sottolinea il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – se diciamo che il vaccino serve e il green pass funziona, allora dobbiamo utilizzarli anche per far funzionare le altre attività. Con il green pass e le regole si può andare in quella direzione. Spero che su questo ci sia una responsabilità da parte di tutti per continuare ad avere una linea di coerenza”.

Più netto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Al momento credo che la singola dose possa essere sufficiente. Aspetterei il prossimo monitoraggio” della variante Delta ma è “chiaro che se passi dal 20% di prevalenza al 40% e vedi una risalita dei casi allora è chiaro che devi agire tempestivamente, e questo è evidente”.

Tira il freno a mano e chiede controlli rigidi, invece, il consulente del ministero della Salute, Walter Ricciardi: “Le discoteche? Sono ambienti tipicamente pericolosi con un virus che si diffonde per via respiratoria, tanto più con una variante così contagiosa. Bastano pochi secondi per essere contagiati. Le discoteche potranno riaprire solo quando verrà disposto un controllo rigorosissimo con accesso consentito solo a chi è vaccinato, chi ha già avuto il Covid o chi è certamente negativo al tampone. Appena entra un infetto in una discoteca e ci sono soggetti suscettibili, è sicura la trasmissione”.

Di riapertura immediata torna a parlare il leader della Lega, Matteo Salvini: “Perché punire ancora i giovani? Locali per ragazzi e discoteche sono già aperti da tempo in Spagna, Germania, Svizzera, Austria e Grecia, dal 9 luglio anche in Francia. In Italia ancora nulla, neanche una data, nonostante le richieste della Lega, di 3.000 imprenditori e 100.000 lavoratori. Meglio un divertimento sicuro e controllato, con protocolli di sicurezza seri, oppure i rave party e le feste abusive e illegali, denunciate ormai in tutte le città italiane? Torniamo alla vita ed al lavoro, tutti, il prima possibile”.

Imprenditori del settore ed esponenti del mondo sindacale, dal canto loro, continuano a chiedere con urgenza una data al Governo e, in mancanza, si dicono pronti alla protesta: “I gestori dei locali da ballo italiani attiveranno un presidio permanente davanti alla porta di Palazzo Chigi, davanti alla porta di quegli esponenti di governo che li stanno costringendo formalmente a chiudere e lo stanno facendo nel modo più subdolo possibile, ovvero prendendoli in giro, promettendo, procrastinando date e decisioni”, annuncia Gianni Indino, presidente del Sindacato italiano locali da ballo dell’Emilia-Romagna.

“A 16 mesi di distanza dall’inizio della pandemia – aggiunge – tutti i locali da ballo italiani restano chiusi. Ancora una volta la nostra categoria è stata presa come capro espiatorio di tutti i mali eppure se il ‘male’ fossero state le discoteche, dopo tutti questi mesi con le nostre attività chiuse al pubblico, la pandemia – conclude – doveva essere solamente un brutto e lontano ricordo”. 

Source: agi