15 FEBBRAIO – 1991 – Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia firmano gli Accordi di Visegrad, che prevedono una cooperazione per andare verso il libero mercato


 

Di Gianni De Iuliis

Il Gruppo di Visegrád è un accordo di cooperazione politica siglato nel febbraio 1991 da Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, alla vigilia della caduta dell’Unione Sovietica. Inizialmente soprannominato il “Triangolo di Visegrád”, il gruppo cambiò nome nel 1993, quando la divisione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Slovacchia portò a quattro il numero di componenti del nuovo “quartetto di Visegrád” o “V4”.

I paesi che compongono il blocco hanno condiviso una storia comune per buona parte del secolo scorso. Dopo aver conquistato l’indipendenza con lo smembramento dell’Impero austro-ungarico nel 1918, Polonia e Cecoslovacchia vennero poi occupate dalla Germania nazista nel 1939, mentre l’Ungheria entrò in guerra nel 1941 a fianco di Italia e Germania. L’arrivo delle truppe sovietiche e la fine della Seconda guerra mondiale portarono a una libertà di breve durata, interrotta dall’inclusione nel Patto di Varsavia nel 1955. I decenni di dominazione sovietica e allineamento politico con Mosca furono intervallati dalle tragiche esperienze della rivolta ungherese del 1956 e della Primavera di Praga del 1968.

Dopo la caduta del blocco sovietico nel 1991, i quattro paesi di Visegrád si sono voltati verso ovest. Tra il 1999 e il 2004 i membri del V4 si sono uniti alla NATO e hanno avanzato la propria candidatura per l’ingresso nell’Unione europea. Nel 2004, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria sono entrate nell’UE, insieme a Lettonia, Estonia e Lituania, Slovenia, Malta e Cipro: è stato l’allargamento dell’UE più importante in termini di numero di nuovi stati e popolazione interessata.