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Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

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OBIETTIVO 8: LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA

Quasi metà della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno. Sovente avere un lavoro non garantisce la possibilità di sottrarsi alla povertà. Assistiamo a una progressiva erosione del contratto sociale che dovrebbe essere il fondamento delle democrazie a causa d’assenza di opportunità di lavoro dignitose e d’investimenti. Una crescita economica sostenibile sarà alla base della creazione di posti di lavoro di qualità, senza danneggiare l’ambiente

di Gianni De Iuliis

L’obiettivo n. 8 dichiara che entro il 2030 bisogna promuovere una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.

Quasi metà della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno. Sovente avere un lavoro non garantisce la possibilità di sottrarsi alla povertà. Assistiamo a una progressiva erosione del contratto sociale che dovrebbe essere il fondamento delle democrazie a causa d’assenza di opportunità di lavoro dignitose e d’investimenti. Una crescita economica sostenibile sarà alla base della creazione di posti di lavoro di qualità, senza danneggiare l’ambiente.

A oggi La disoccupazione globale è salita da 170 milioni nel 2007 a quasi 202 milioni nel 2012, di cui circa 75 milioni sono giovani donne e uomini. A livello globale sono necessari 470 milioni di impieghi per coloro che entreranno nel mercato del lavoro tra il 2016 e il 2030.

Analizziamo come si sostanzia il goal n. 8 indicandone alcuni sub-obiettivi.

Sostenere la crescita economica pro capite in conformità alle condizioni nazionali e una crescita annua almeno del 7% del prodotto interno lordo nei paesi in via di sviluppo; raggiungere standard più alti di produttività economica attraverso la diversificazione, il progresso tecnologico e l’innovazione; promuovere politiche orientate allo sviluppo e che incoraggino la la crescita delle piccole-medie imprese, anche attraverso l’accesso a servizi finanziari; scollegare la crescita economica dalla degradazione ambientale; garantire un’occupazione piena e produttiva; ridurre la quota di giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di studio o formazione; sradicare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani e garantire la proibizione ed eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile; proteggere il diritto al lavoro e promuovere un ambiente lavorativo sano e sicuro per tutti i lavoratori; favorire un turismo sostenibile che crei lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali; incoraggiare e aumentare l’utilizzo di servizi bancari, assicurativi e finanziari per tutti.

Per quanto concerne il contesto italiano, il Rapporto ASviS sottolinea che nel 2018 il tasso globale di disoccupazione è sceso al 5%. In Italia i Neet hanno raggiunto i livelli più alti dell’Ue. Restano fortissime le differenze territoriali, con le regioni del Mezzogiorno ben distanti da quelle del Centro e del Nord in di occupazione.

Nell’ultimo anno, il Goal 8 è stato interessato da diverse iniziative legislative, e in particolare, dalla Legge di Bilancio per il 2020 e dai provvedimenti emergenziali del Governo per fronteggiare la pandemi. La Legge di Bilancio ha introdotto misure che vanno chiaramente nella direzione indicata da alcuni Target, anche se le stesse non appaiono il risultato di una visione organica, né sono provviste delle necessarie coperture finanziarie. Tra le principali misure si segnalano la nuova “Carta nazionale per i giovani”, l’incremento del Fondo Nazionale per il servizio civile e il Fondo “Cresci al Sud”. Nei Decreti contro la pandemia del Governo, le misure più importanti sono state le estensioni degli ammortizzatori sociali per tutto il territorio nazionale, l’introduzione di indennità a varie categorie professionali, incentivi al lavoro agile, misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario, aumento del Fondo di garanzia per le Pmi e misure di sostegno finanziario alle imprese. Inoltre è stato istituito il Fondo per il reddito di ultima istanza, da 300 milioni di euro per il 2020, a favore dei lavoratori danneggiati dal virus.

Il Goal 8 mostra a livello europeo estrema eterogeneità. La Svezia risulta essere il Paese migliore, distanziando di 29,9 punti la Grecia. Quest’ultima è anche l’unico Paese, insieme all’Italia, a presentare una variazione negativa dell’indice composito rispetto al 2010. L’Italia è in quartultima posizione, anche a causa di una quota di giovani che non lavorano e non studiano pari al 23,4% nel 2018, rispetto ad un media europea del 12,9%.

Per quanto riguarda l’indicatore composito italiano del Goal 8, esso peggiora fino al 2014. Nel successivo quinquennio si registra un lento recupero. A causa della crisi sanitaria, nel secondo trimestre del 2020 si assiste ad una drammatica diminuzione, rispetto allo stesso trimestre del 2019, del Pil (-17,7%), del reddito disponibile, delle ore lavorate (-20%) e dell’occupazione (-1,9 punti percentuali). Sul piano occupazionale giovani e donne sono le categorie più colpite per la concentrazione di occupati di queste due fasce in alcuni dei settori più colpiti dalla pandemia, come la ristorazione/accoglienza e il commercio al dettaglio. In conclusione, la crisi impatterà molto negativamente su questo Goal, uno dei più colpiti nel 2020, anche nel medio termine.

Chiudiamo con le proposte dell’ASviS su “Lavoro dignitoso e crescita economica”.

«Alla luce degli effetti della pandemia sul Goal 8, è indispensabile potenziare lo smart working, facendolo rientrare nella logica della contrattazione collettiva e di quella individuale, eventualmente supportandolo con incentivi e sgravi, e tenendo conto anche del ruolo della donna e dei giovani in questo contesto. Lo smart working e le altre forme di lavoro agile possono rappresentare una preziosa opportunità soprattutto per i Neet.

Le politiche economiche e sociali devono tenere in maggiore considerazione i lavoratori più “deboli”. Bisogna attuare efficaci politiche attive del lavoro per accompagnare le persone, le lavoratrici e i lavoratori, giovani e adulti, verso una continua riqualificazione e un continuo aggiornamento delle competenze.

È necessario adottare una politica industriale e di sviluppo economico in un’ottica pluriennale e lungimirante, in grado di cogliere le opportunità del passaggio all’economia circolare, che coniughi l’intervento pubblico e l’impegno del settore privato, al fine di stimolare la crescita e l’occupazione di qualità in tutto il Paese, sfruttando al massimo le nuove risorse messe in campo dall’Unione europea».